Federico, Gabriele: i miei tesori

Era il 2 gennaio, inseminazione fatta il 19 dicembre, la notte di capodanno avevo mandato sul balcone il pentolone di zampone e lenticchie. Il 2 gennaio, non riuscivo a telefonare personalmente al laboratorio, lo ha fatto il mio Ricky: Ile, Ile i valori sono altissimi, aspettiamo un bambino…ero al settimo cielo, ballavo e piangevo di gioia. era la seconda inseminazione…ero stanca, i valori alti. forse erano 2…non diciamo niente. questo il desiderio di mio marito, ma non il mio, mi sembrava di ucciderne uno…la prima ecografia 3 sacche due piene una nascosta…forse…non diciamo ancora niente. brindisi sia con i miei che con i suoceri: aspettiamo Un bambino..forse 2…14 febbraio…sul divano, un dolore assurdo, sangue: il mio medico, lo specialista non si trova: il mio ginecologo, tranex e riposo…preghiera…ok, i bambini, 2 ci sono stanno bene ma riposo…assoluto riposo.
Vomito fino al 5° mese, ferro basso, flebo in ospedale quasi ogni giorno.
Piango un giorno, al santo bambino e mi prendono in giro: ansia da prima gravidanza: la pancia è dura dico io, ho paura….sciocca, normale per una gravidanza gemellare…si va avanti.
Eco morfologica perfetta, ecocardiografia altrettanto, compriamo i primi vestiti, le culle il passeggino doppio, facciamo l’ultima gita sereni a Cefalù, poi sarei stata troppo grossa.
I primi dolori che non passano, il 2 giugno mio marito non sopporta di vedermi in quello stato, faccio finta ma non riesco a farlo bene, si vede che soffro, ospedale, miolene, un farmaco tedesco fatto giungere apposta e poi… il 6 giugno, davanti a più di 20 specializzandi…è un aborto grida un medico…no, un parto prematuro, urla il mio ginecologo…eccoci, Gabriele nasce quasi subito…anche se io non spingevo, trattenevo le contrazioni, piangevo, non sapevo cosa fare. l’unica cosa certa era che non volevo mio marito: non doveva vedere, almeno lui dovevo proteggerlo…ecco nasce, piange, non lo vedo, viene preso e intubato…il ginecologo urla all’ostetrico che l’altro bambino è trasverso, lo girano e nasce, non piange, è dolore…ecco lo sento…è dolore…poi nulla più.
Il pomeriggio mio marito viene in camera, siamo sbigottiti, impreparati, lui li ha visti, ha fatto loro un video…io non ho più dolore, non sento niente…li vedo…sono piccoli…ho paura…li tocco, non so se faccio loro del male…ho paura…
l’indomani sera, mia madre viene chiamata fuori, mi dice che le hanno chiesto del pacco dono…arriva mio marito,
Federico: sta male, faccio i paini che mi separano dalla neonatologia di corsa, la ferita non la sento, corro, non riesco a piangere, Ricky sta male, non riesco a piangere, dicono che possiamo vederlo…vado, non faccio entrare mio marito, lo proteggo…solo allora mi rendo conto che Federico non sta solo male: è MORTO, lo guardo, è pallido, non scorderò mai l’odore di quella notte, non riesco a piangere…mi giro Gabriele è accanto, sta dormendo: è la vita.
torno in stanza, riesco a piangere, mi danno dei tranquillanti, ho freddo, il gelo mi attanaglia, ho freddo, la mamma non riesce a consolarmi…l’indomani mi dimettono, a mio padre non permettono di vedere il nipote…funerale…fiori, non ne sopporto più l’odore, c’è ancora vita: Gabriele. domenica, squillo di cellulare, sta male….corsa alla neonatologia, gli tiro il sangue dall’addome, lo guardo, lo riconosco, se prima si girava non appena sentiva il mio nome, ora non reagisce…usciamo dalla TNT, tutti felici. dico di non cantare vittoria, non mi allontano fino a pomeriggio, ecco quel trillo infernale, Gabry non c’è più: non voglio che nessuno lo veda, tranne mio marito, lui gli da un bacio, io ho paura del corpo freddo, preferisco ricordarlo dentro la mia pancia o in lotta con i fili della culletta…altro funerale, altro pianto senza conforto: ecco a due anni di distanza quel che mi resta, le piantine che stanno con loro una settimana e che poi travaso sul terrazzo, un vuoto immenso che non riesco a colmare, una vita che non riesco a vivere, 2 video, girati col telefonino che rivedo per rivivere un attimo di gioia…

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