Sono una mamma che al momento del parto si è posta la domanda più innaturale e crudele “Mia figlia sta per nascere o per morire?” Perchè io sono la mamma di una bambina prematura, nata alla 29esima settimana di gestazione il 17 aprile 2008 alle 19:30 con un peso pari a 940 gr.
Sono rimasta incinta a 24 anni e, come giusto che fosse, pensavo che la gravidanza fosse uno stato naturale soprattutto alla mia età, mi sottoponevo a tutti i controlli ed invece è stato un attimo (o meglio 7 giorni) per passare dal sogno all’incubo. Gestosi. Non mi davo pace, cercavo di capire perchè, cos’è successo? Com’è successo? Dove ho sbagliato? E dopo queste domande hanno lasciato spazio a domande più crudeli “Cosa accadrà?” “Adesso come posso proteggere mia figlia?” Perchè lei era già mia figlia. Mi sentivo impotente e potevo solo pregare con tutta me stessa che qualcuno lassù la proteggesse come io non sapevo non potevo fare… così entrai in sala operatoria. L’ho potuta vedere per un secondo un secondo che non dimenticherò mai: piccola da stare in una mano piangeva ed anche illuminata dalla luce sterile della sala operatoria era bella ed io senti scoppiare un amore viscerale immenso per lei, un amore che non si può descrivere. Sapevo che era una guerriera che ce l’avrebbe fatta, non ho mai smesso di credere in lei.
Dopo due giorni ho varcato la porta della Terapia Intensiva Neonatale (T.I.N.) dell’Ospedale Santo Bambino di Catania. Mi accolse uno degli angeli che lavorano lì. Si perchè i medici e gli infermieri della T.I.N. sono angeli a cui tu affidi la cosa più importante, più preziosa che hai la vita di tuo figlio. Gli angeli ti accolgono con il viso di chi sa quali pensieri ti torturano l’anima e ti spiegano che bisogna avere il camice, lavarsi bene le mani con il disinfettante, ti assegnano un armadietto, che devi attendere che dicano “Avanti i genitori, solo i genitori” per vedere tuo figlio. Perchè la T.I.N. è fatta anche da tante regole.
Poi i giorni passano e tu diventi il più veloce ad eseguire tutto correttamente, perchè sai che ogni secondo con il tuo cucciolo è prezioso.
Passano i giorni in cui si può solo infilare la mano dentro gli oblò dell’ incubatrice per avere quel contatto che da la forza a te ed al tuo cucciolo di andare avanti ed arriva il momento in cui un angelo ti da delle nuove regole: quelle della marsupio terapia. Finalmente potevo tenere mia figlia tra le braccia dopo più di un mese! Ma che paura di farle male: lei così piccola, così indifesa eppure così forte da lottare per il suo posto in questa vita, così mia. A torso nudo con lei accoccolata tutti i pensieri buii ed i sensi di colpa sparivano e rimaneva solo l’amore.
Abbiamo vissuto con mio marito due mesi e mezzo in T.I.N. prima di poter portare nostra figlia a casa. Un’attesa trascorsa nell’incertezza, nella paura, nell’ansia ogni volta che squillava il telefono, nel senso di colpa di non essere riuscita a proteggerla, nel senso d’inadeguatezza di non essere riuscita a portare a termine la gravidanza. Tutto passava quando la vedevi: le volevamo trasmettere solo positività ed amore.
Che dolore quando arriva l’ora dell’uscita e si diventa gelosi degli angeli che restano con tua figlia e dell’incubatrice che tiene tua figlia più di te, ma gli sei anche grata perchè grazie a loro tua figlia può lottare.
Le nostre giornate trascorrevano scandite dagli orari della T.I.N., dalle poppate con il tiralatte, la marsupioterapia, l’allattamento…
Aspettando sempre quella fatidica frase “Avanti i genitori, solo i genitori”. E se l’attesa diveniva un po’ più lunga? Beh cominciavi a chiederti “cos’è successo”? “a chi”? “sarà mia figlia”? E ci davamo sostegno tra noi genitori. Quello che nasce tra i genitori della T.I.N. è un rapporto speciale. Nelle attese si parla dell’ultima poppata, dei grammi presi, del disinfettante che manca nel lavabo, dei camici che scarseggiano. Ci si scambiano numeri, si pianificano incontri annuali. Nella T.I.N tutti i genitori sono pronti a sostenere gli altri.
Passati 71 giorni arrivano le dimissioni e ti sembra irreale preparare tu la cesta i vestitini, dopo tutti quei genitori che avevamo visto uscire con i loro cuccioli e che avevamo invidiato adesso era il nostro giorno. Volevamo portare con noi un angelo, perchè avevo paura di non essere pronta. Poi mi sono fermata ho respirato ed ho capito che l’angelo serviva agli altri bimbi e che per noi quello era l’inizio della nostra vita in 3! Abbiamo ringraziato mille volte tutti gli angeli, ma non è mai abbastanza. Poi ho guardato lei poco più di 2400gr e sapevo di guardare una guerriera ed ero orgogliosa di lei. Di lei che nei suoi soli due mesi e mezzo di vita mi ha insegnato quello che ancora non avevo capito, mi ha fatto fare ordine tra le cose importanti e le priorità della vita. La vita cambia dopo la T.I.N. Ti porti un bagaglio umano incredibile e sei diversa come madre: non dai nulla per scontato, ogni passo è una vittoria. Ti fermi e vedi tua figlia crescere, chiamarti mamma, farti disperare e le lacrime scorrono perchè sai che quello è un miracolo.